intervista

LA PASQUARELLA – Il racconto dello storico fisarmonicista ascreano tra emozioni e ricordi

il “fisarmonicista” Giancarlo Albuccetti con il Sindaco Riccardo Nini ed il Presidente della Proloco Andrea Agostini

Pubblichiamo questa breve memoria di Giancarlo Albuccetti, storico fisarmonicista della Pasquarella Ascreana.

“Ero poco più che un ragazzino, la prima volta che mi ritrovai nel gruppo di anziani ascreani ad intonare i nostri canti della Pasquarella. Un ragazzino pieno di paure ed emozioni, timoroso di sbagliare ma orgoglioso di essere parte di quel gruppo di persone che al tempo consideravo come una sorta di “eletti”.

Era bellissima quella sera, la sera del 5 gennaio… l’aspettavo con ansia e trepidazione, non vedevo l’ora che arrivasse. Io e la mia fisarmonica… la mia piccola fisarmonica. Insieme agli anziani e qualche giovane di allora che piano piano cominciava ad inserirsi. Ma c’erano delle regole ben precise. Davanti “a piccolo cerchio” c’erano gli anziani, i veri Pasquarellari, quelli che decidevano tutto… quando cantare, cosa cantare, chi poteva cantare, la tonalità in cui si doveva cantare. Io mi dovevo adeguare, dovevo seguirli, dovevo allinearmi a loro. Poi i più giovani in seconda linea e qualche ragazzino più indietro. Ma era tutto lì. La Pasquarella ed i Pasquarellari eravamo noi!!!

Ora la Pasquarella è diversa, non è più come prima, non c’è più un gruppo di Pasquarellari ben identificato. C’è un gruppo di persone che canta e gira il paese, con una coda di partecipanti che in passato sarebbe stata impensabile. Forse, anzi quasi sicuramente il più vecchio del gruppo sono proprio io. Io che suonavo quando c’era zio Primo, Umberto Jalanittu, Peppino, Guido, Felice, ma anche da prima. Gira un video del 1990 in cui suonavo alla Pasquarella… ma erano già diversi anni che suonavo la fisarmonica alla Pasquarella. Era già molto tempo.

Comunque a prescindere da come si svolgeva l’evento in passato e come si svolge ora, quello della Pasquarella era e rimane un appuntamento importantissimo per il Borgo e resta tutt’ora un avvenimento carico di forti emozioni e sensazioni.

Per me in fondo è cambiato poco. L’unica vera differenza è forse quella che adesso sono io a decidere le tonalità in cui suoneremo e canteremo e spesso anche cosa canteremo. Ma per il resto le vibrazioni sono simili. Quando stringo le cinghie della fisarmonica sulle spalle ed inizio a muovere le dita sui tasti riprovo le stesse emozioni di sempre. Non importa chi mi sia vicino e chi canti. La voce potrebbe essere quella di chiunque. In quel momento è come se fosse una voce sola… quella del paese.

Quando iniziamo il “giro” e cominciamo ad intonare i nostri canti, ritroviamo gli stessi odori, gli stessi sapori, lo stesso vento gelido, lo stesso spirito di appartenenza di sempre… siamo NOI in quella notte magica, tutti insieme. Percorriamo le vie del paese col sorriso sui nostri volti e riscopriamo angoli del borgo in cui non eravamo più passati da tanto tempo. Qualche volta c’è un velo di tristezza per qualche casa oramai chiusa e per il ricordo di chi l’abitava… spesso di qualcuno che era un Pasquarellaro. Ma poi continuiamo ed andiamo avanti sempre uniti e felici.

Anche quest’anno abbiamo ripetuto e rivissuto questa antica tradizione popolare. Anche quest’anno ho riprovato le vecchie emozioni di sempre ed anche quest’anno sono stato insieme a parenti ed amici, ai nuovi Pasquarellari che altro non sono che i figli o i nipoti di quelli di allora. Siamo stati felici ed orgogliosi di essere parte di tutto questo. Siamo contenti che ci siano ancora persone che si mettono in gioco per tenere vive queste antiche usanze ed un ringraziamento particolare va alla Proloco che fa del mantenimento delle tradizioni popolari ascreane, la propria missione principale.

Come dico sempre io, la memoria storica di borghi come il nostro, è l’elemento essenziale di sopravvivenza e quindi l’impegno in tal senso è doveroso e necessario.

Un abbraccio a tutti gli ascreani!!!!!!!”

Un commento

  • Innocenzo Tucci

    Non sono ascreano, ma genero di ascreani di molte generazioni. Ho cominciato a conoscere questo borgo, con i suoi affascinanti abitanti, circa 45 anni fa’ e, anche se con spirito diverso, continuo a frequentare, almeno in estate, il paese. I miei suoceri, purtroppo, non ci sono più, come anche molti di quei vecchi personaggi che descrive così bene Giancarlo. Sono affascinato e fortemente attratto da Ascrea e conto di mantenere questa mia costante frequentazione il più a lungo possibile, godendone la bellezza ed il fascino

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