Nel nostro borgo che domina da 700 metri di altezza il lago del Turano, la castagna è molto di più che un frutto secco: ha rappresentato per tanti secoli una delle principali fonti di sostentamento per intere generazioni di contadini e, ancora oggi, è parte integrante della tradizione gastronomica locale. Non sembri quindi azzardato l’accostamento fra la festa di Ognissanti e quella della Castagna, in programma a novembre: fino a pochi anni fa, in questo tratto della provincia di Rieti, un buon raccolto di castagne nel mese di ottobre rappresentava una garanzia per l’imminente stagione invernale; non a caso da queste parti il frutto è chiamato anche “il cereale che cresce sull’albero” per le sue proprietà che la rendono una valida alternativa al riso e al frumento, nonché per la sua versatilità in cucina.

Intorno ad Ascrea i castagneti abbondano nelle campagne incontaminate e in particolare nel suggestivo “Bosco dell’Obito”, che i locali chiamano “Jovetu”; qui si raccoglie una particolare varietà di questo frutto, la castagna rossa del Cicolano, che nella splendida cornice di piazza Mareri – all’interno di una grande tensostruttura coperta, riscaldata e animata da spettacoli musicali dal vivo – sarà servita il per pranzo insieme ad altri cibi, nella classica versione arrostita insieme ad altre prelibatezze locali e al vino rosso della zona. Ad attendere i visitatori – che potranno usufruire anche di un comodo bus navetta – non sarà solo una sagra enogastronomica, ma anche un viaggio all’indietro alla riscoperta di un passato contadino che da queste parti è ancora più vivo che mai. E’ il caso, ad esempio, dell’escursione mattutina alla Piana di Bulgaretta curata dall’Associazione “Camminando con”: per tanti secoli importante via di comunicazione e di scambio commerciale tra le zone del Lago e i territori di Pozzaglia, Montorio Sabino e Pietraforte, per gli abitanti di Ascrea questo sentiero significava una veloce via d’accesso a campi, orti e pascoli, che giornalmente venivano curati e coltivati. 
Chi volesse trascorrere qualche ora in più da queste parti potrà andare alla scoperta della Valle del Turano, che in questo periodo inizia a colorarsi delle splendide tinte autunnali: un tempo coltivata, è ora occupata da un grande lago artificiale realizzato nel 1939 attraverso la costruzione di una grande diga sull’omonimo fiume e collegato da una galleria al vicino Lago del Salto. Il borgo di Ascrea è invece un piccolo gioiello abitato da poco più di 300 persone che conserva al suo interno le tracce dell’antico castello e le mura della chiesa annessa sulla cui porta figura lo stemma dei Mareri, i conti ai quali fu venduto nei primi del ‘400. Il paese regala i una vista mozzafiato sul lago del Turano, recentemente dichiarato dai biologi di Legambiente come uno dei più puliti del Lazio. E così trascorrere il fine settimana ad Ascrea può costituire un’ottima occasione non solo per gustare le castagne del posto e altri piatti tipici di questo tratto del Reatino, ma anche per andare alla scoperta degli splendidi borghi che circondano i due bacini e per percorrere itinerari dal fascino magico, dai quali si può godere di splendide vedute sul Terminillo, sul Monte Velino e sulle montagne che degradano verso Roma.