PASQUARELLA

Nel nostro paese quella della Pasquarella è una tradizione popolare molto antica, radicata e rispettata. Si tratta di un evento in cui un gruppo di cantori (qui vengono chiamati Pasquarellari) passano di casa in casa, facendo il giro completo del paese ed intonando strofe ben auguranti per il nuovo anno.

Il 5 Gennaio di ogni anno, questo gruppo di cantori (quasi sempre con accompagnamento musicale) si aggirava (e si aggira ancora oggi) nelle strade del nostro paese presentandosi nelle case in cui riceve ospitalità e regali. Davanti ad ogni abitazione vengono intonati i canti de “La Pasquarella” (per i quali si rimanda alla specifica pagina della Proloco).

Questi componimenti che vogliono essere bene auguranti per l’anno appena iniziato, hanno una radice storica che si riallaccia alla tradizione commemorativa della presentazione dei doni da parte dei Re Magi al Bambino Gesù. Si fonde altresì con la tradizione pagana in cui “madre natura” assume le sembianze di una vecchia strega che a cavallo di una scopa gira sopra i tetti del paese.

E’ evidente però che come sempre accade, in queste tradizioni popolari la fantasia si fonde con la paura ed il rispetto per gli elementi naturali e tutto alla fine ha come unico scopo quello di far sì che l’anno nascente sia buono e prospero e spesso per raggiungere questo obiettivo si ricorre a dei rituali che richiamano alla stretta corrispondenza tra il ciclo della vita e quello agrario delle coltivazioni con il suo processo di morte e resurrezione.

In passato i cantori chiedevano doni alimentari in cambio dei loro canti e graditi erano i prodotti contadini come la farina di grano e parti del maiale (“’e sargicce ellu porcu”). La richiesta del maiale non era casuale in quanto questo animale assumeva una notevole carica simbolica per le civiltà antiche le quali traevano dall’allevamento dell’animale l’intero sostentamento. Queste offerte erano poi destinate alla “mangiata” finale con cui si concludeva la festa.

Più recentemente i canti venivano ricompensati con la farina e con denaro contanti. La farina veniva poi venduta ed il ricavato andava ad integrare il denaro ricevuto e con la somma si pagava il pranzo del giorno dopo.

Oramai i cantori ricevono solo denaro e non sono più da soli nel giro del paese, ma sono accompagnati da una coda di curiosi ed amanti della tradizione. Nelle case ricevono oltre al denaro, anche offerte di dolci, salati e bevande.

Il giorno dopo e cioè il 6 gennaio, il pranzo che prima era solo per i Pasquarellari, si tiene nella Piazza del paese ed è offerto a tutti coloro che vogliono partecipare. Insomma è diventato un giorno di festa paesana.

Per maggiori informazioni sulla Pasquarella, sulle canzoni e sulle immagini ed i video, si rimanda sempre alla Sezione della Proloco.

CREDENZE POPOLARI

Pensiamo di fare cosa gradita ai nostri amici parlando in questa pagina di alcuni aspetti a cui si richiamano le tradizioni della Pasquarella. Nella cultura antica di molte popolazioni della nostra penisola, la notte tra il 5 e il 6 gennaio veniva considerata una notte con un elevatissimo influsso magico e per questo era possibile compiere rituali magici di particolare complessità o leggere il futuro.

Inoltre la notte del 5 gennaio è la dodicesima notte dopo quella del Natale. Questo è un numero che ha molti riferimenti sia pagani che religiosi: 12 sono i mesi dell’anno, 12 sono i Santi Apostoli, 12 sono le ore del giorno e della notte (e questa è anche la differenza che c’è tra il calendario solare e quello lunare).

Per questo motivo le credenze popolari portano a considerare questi giorni come neutrali, come non appartenenti ne’ a uno ne’ all’altro anno, ma come periodo di transizione.

Quindi è tradizione antica credere che questi siano giorno che permettono una fusione tra la natura umana e terrena ed il mondo dell’aldilà (in cui però si crede che ci siano sia le anime dei morti che i demoni). Le anime dei defunti non sono temute, ma vengono invece celebrate ed aiutate con preghiere e messe (per le anime del purgatorio). Inoltre le anime buone si pensa che siano guardiane della dimensione sotterranea (quindi uno specifico riferimento ai semi ed alla semina) per cui ingraziarsi queste anime può essere un rito beneaugurante per avere un anno di fertilità e raccolti abbondanti.